FRANCESCO GABBANI, canta Spazio Tempo in “Un professore” su Rai1 . “Sono un sorriso e una lacrima. Esisto se sono tutto questo”

Sono le piccole cose vere e rare che, in un certo qual modo, ci aiutano a sorridere, come le sorprese, il Natale che cade di lunedì, l’eclissi a mezzogiorno. Perché qui niente è un inganno: è tutto vero, ma è tutta una follia. Questo canta Francesco Gabbani nella sua “Spazio Tempo”, un brano che da qualche settimana ci accompagna ogni giovedì in prima serata su Rai1 con “Un professore“, la fiction di Alessandro D’Alatri che vede come protagonista un docente fuori dagli schemi e anticonformista che instaura un rapporto molto particolare con i suoi alunni. Il noto cantante toscano ne ha fatta di strada partendo dalla sua Carrara (MS). Nel febbraio del 2016 ha vinto la 66° Edizione del Festival di Sanremo nelle nuove proposte con il brano “Amen”; “Eternamente Ora”, l’album che contiene il singolo, è entrato nella Top 20 della classifica Gfk-Fimi degli album più venduti in Italia. Da qual momento non si è più fermato. Nel 2017 ha vinto la 67° edizione del Festival di Sanremo con “Occidentali’s Karma“, brano che ha portato anche alla 62°edizione dell’Eurovision Song Contest. Il 28 aprile è uscito “Magellano“, il disco che è entrato direttamente al primo posto della classifica di vendite. Nel 2020 Gabbani è tornato al festival della canzone italiana per la terza volta con “Viceversa” che gli ha fatto aggiudicare il secondo posto. E’ stata poi la volta de “Il sudore si appiccica“, “Einstein” e “La rete“. Francesco Gabbani (Ph. Daniele Barraco) è un’incredibile mix, un vulcano di energie e portatore di un sorriso contagioso. Con lui abbiamo parlato della sua ultima fatica per Rai1, dei suoi inizi e sei suoi incredibili successi.

Francesco, partiamo dalla fine. Il tuo singolo “Spazio tempo” è stato scelto come sigla della serie tv rai “Un Professore” e ci fa compagnia ogni giovedì sera. Com’è nata questa collaborazione?

Posso dirti innanzitutto che mi è stata commissionata da Alessandro D’Alatri in persona, voleva coinvolgermi in questo suo progetto; così mi ha subito contattato, convinto che potessi essere io la persona più giusta per raccontare in musica le sfaccettature delle tematiche affrontate. Devo dirgli Grazie. Nel testo della canzone ho coinvolto anche Gino Pacifico con il quale mi trovo da sempre molto bene.

Canti “Il passato non dimentica. Il futuro fa ginnastica. Si prepara tutti i giorni per te”, un brano ricco di realtà e speranza. Come definiresti il tempo e lo spazio nella nostra vita?

Dante Balestra cerca di dare alla filosofia un approccio quotidiano nella vita di tutti i giorni. Lo spazio ed il tempo sono ribaltati; canto infatti “un’ora nello spazio, un punto nel tempo”. Queste due componenti deformano la nostra esistenza da sempre; la vita è fatta di gioie e di sofferenze, non sempre prevedibili, semplicemente accadono senza dipendere da noi stessi. Non possiamo far altro che accettarle adeguandoci, possiamo però migliorare e smussare i nostri spigoli.

Sembra quasi che in “Spazio tempo” tu ci dica quanto sia importante vivere la nostra esistenza perché niente è inganno ma è tutta follia. La purezza e l’irripetibilità di quelle piccole cose vere al giorno d’oggi purtroppo sono sempre più rare, ma sono proprio quelle che ci aiutano a vivere meglio a sopravvivere alle brutture della vita. E’ così?

Assolutamente sì. Noi occidentali sempre più spesso conduciamo la nostra vita ripensando al passato e proiettandoci nel futuro, dimenticando invece quanto sia importante vivere il presente. Il “qui ed ora” è fondamentale per assaporare le piccole cose e per vivere l’emozione di quel preciso istante.

Tu e la musica: cosa vi unisce e perché hai deciso di fare musica?

Probabilmente era scritto nel mio DNA; mio padre è un musicista e ha un negozio di strumenti musicali, motivo per cui ho da sempre respirato l’arte delle note. Non ho scelto, bensì è stata un’unione spontanea; posso dirti che però sono stato io a decidere di trasformare questa mia passione in un mestiere vero e proprio per un trasporto totale di emozioni. Non mi interessava essere famoso, ma trovare un mio equilibrio e una mia serenità.

“Dopo il silenzio, ciò che meglio descrive l’inesprimibile è la musica” affermava lo scrittore Aldous Huxley. Sei d’accordo?

La musica è fatta di note, frequenze e vibrazioni come noi esseri umani, motivo per cui ascoltandola proviamo emozioni che non sempre sappiamo spiegare perché sono oltre la nostra razionalità. La musica sicuramente descrive l’inesprimibile ma dopo il silenzio non saprei.

Un altro tuo successo è “La rete” ma cos’è questa rete che ci tiene intrappolati senza lasciarci andare?

Esistiamo quando ci relazioniamo con gli altri e non sempre ne usciamo appagati; abbiamo infatti aspirazioni che non sempre vengono soddisfatte ed ecco che ci sentiamo frustrati e delusi. Tutto questo nel web viene enfatizzato moltissimo perché la nostra vita viene confrontata con vite che molto spesso non corrispondono alla realtà. Ci ritroviamo così impigliati in una trappola mentale, una rete che noi stessi ci creiamo. Siamo però esseri pensanti, siamo cioè in grado di scegliere cosa sia meglio per noi.

Ti sei fatto conoscere al grande pubblico nel 2016 con “Amen”, una canzone ricca di significato. Ci parli di un sistema dove la frenesia comunicativa rende tutto superficiale, usa e getta, dove il rischio è quello di dare vita a paradossi, i miracoli non servono ma l’uomo in tutto questo cosa può fare?

L’usa e getta è un aspetto molto consumistico e superficiale. Ciò che dobbiamo tener ben presente sono il trasporto emotivo, la passione che mettiamo in quello che svolgiamo e l’approfondimento di ciò che conta davvero. Dipende da noi stessi, motivo per cui il vero miracolo siamo noi.

Il grande successo arriva con “Occidentali’s karma” in cui descrivi sarcasticamente il goffo tentativo di noi occidentali di ricercare la serenità. Per trovarla?

Ne sono ancora alla ricerca, non lo so ancora. Sono certo però che la si possa trovare in cose semplici come la natura e i valori che ci sono stati tramandati.

Altro grande successo è “Viceversa”, la canzone che si basa sugli ossimori; la contraddizione per eccellenza è quella dell’amore, perché? Cosa rappresenta?

Esistono tante forme di amore; non è solo un dare ma anche un ricevere. Vuol dire trovare un equilibrio, un interscambio e una condivisione; è una fiducia incondizionata, un affidarsi completamente, è complicità.

Sei un ottimo Cantautore: il sorriso, di cui sei il portatore, e la malinconia quanto ti rappresentano?

Sono fatto di tanti aspetti: sono una persona positiva e malinconica, sono un sorriso e una lacrima. Esisto se sono tutto questo.

I tuoi prossimi progetti?

Tornerò dal vivo nel 2022 in due date nei Palasport che sono: venerdì 6 maggio 2022 al Mediolanum Forum di Assago (MI) e Domenica 8 maggio 2022 al Palazzo dello Sport di Roma. Uscirà il mio prossimo album e nel nuovo anno mi vedrete al cinema con “La donna per me”, un film di Marco Martani con protagonisti Andrea Arcangeli e Alessandra Mastronardi, il mio primo ruolo cinematografico.

Giulia Farneti | Showinair News
2021-12-02