Francesco Gabbani: «Quando mi hanno fatto sentire diverso»
Dopo essere tornato al Festival di Sanremo per la quarta volta e a un passo dal debutto come attore nel film «La donna per me», Francesco Gabbani è il volto di #IoSonoDiverso, la campagna di Cartoon Network che cerca di sensibilizzare i più piccoli sul tema della diversità. Dalla voglia di tornare a esibirsi ai momenti bui da gestire, ecco cosa ci ha raccontato
Per Francesco Gabbani la «diversità» non è mai stato un ostacolo, ma una ricchezza. «La diversità non va mai vissuta come un limite, ma come un’opportunità per esprimere sé stessi. È per questo che, quando mi è stata data l’occasione di affrontare l’argomento per le nuove generazioni, per i giovani e i bambini, ho accettato con molto piacere» spiega al telefono Gabbani, felice e orgoglioso di aver preso parte a #IoSonoDiverso, la nuova campagna realizzata da Cartoon Network (canale 607 di Sky) che a partire dal 15 marzo, insieme a diversi volti noti come Andrea Delogu e CiccioGamer, si impegna a sensibilizzare i più piccoli sul tema dell’inclusività in tutte le sue forme, «cartonizzando» i personaggi che hanno scelto di sposare l’iniziativa.
Per Gabbani, che abbiamo rivisto al Festival di Sanremo insieme a Ornella Vanoni e che vedremo presto al cinema in La donna per me, il nuovo film di Marco Martani che lo vedrà per la prima volta cimentarsi con la recitazione, è un momento ricco di impegni, ma anche di grandi soddisfazioni. Non solo perché l’affetto che lo circonda si fa sempre più grande a ogni sua apparizione pubblica, ma anche perché le sue parole, semplici e dirette, riescono sempre ad arrivare al punto in maniera elegante, spendendo ogni fibra del corpo per veicolare i messaggi che gli sono più cari. Incluso quello della diversità, che Francesco cerca di considerare (per una volta) non nella sua accezione negativa, ma in una più positiva.
Insomma, la vedremo presto come attore.
«Sono molto curioso anche io del risultato, non so proprio come verrà».
Le piacciono le sfide?
«Sì, sono un modo per solleticare l’entusiasmo anche se, ovviamente, non avrei mai accettato se mi fossi reso conto che la cosa non fosse nelle mie corde. Non è completamente un salto nel vuoto, diciamo così».
Prima di vederla attore, la vedremo cartone per una causa molto nobile promossa da Cartoon Network. A proposito del tema, lei su Instagram scrive: «Nel mondo che voglio, la diversità è ricchezza e bellezza».
«Proprio così, è un onore per me poter mettere la faccia in questo progetto. Siamo tutti diversi e, in fondo, esprimere la diversità significa esprimere quello che siamo: il problema sussiste quando la diversità diventa un motivo di atti di bullismo. È questo tipo di reazione che va combattuta».
Qualcuno l’ha mai fatta sentire diverso?
«Sì, ma non in maniera negativa. Sono sempre stato un bambino estroverso con l’attitudine all’artisticità, mi sono sempre messo al centro dell’attenzione, venivo sempre scelto come protagonista delle recite e al liceo suonavo già blues: questo, però, mi ha portato a subire un lieve bullismo, perché venivo continuamente additato e isolato. Probabilmente di mezzo c’era una sana invidia che, lì per lì, mi ha fatto anche un po’ soffrire, ma devo dire che ho vissuto tutto con grande consapevolezza».
L’isolamento, infatti, non le ha tolto la fame del palco.
«È per questo che mi piacerebbe che questa campagna aiutasse a vedere la propria diversità come un vantaggio da esprimere, un’occasione per dimostrare la propria unicità: essere diversi non vuol dire essere deboli, ma essere preziosi».
Essere preziosi è, forse, una cosa che abbiamo tutti riscoperto dopo quest’anno. Di recente è tornato a Sanremo ma, a differenza delle altre volte, si è trovato senza un pubblico. Cosa ha provato?
«Il tessuto emotivo legato al fatto che l’Ariston fosse vuoto non l’ho avvertito: la sensazione che hai a Sanremo è quella di essere in diretta davanti a milioni di persone o, almeno, io l’ho sempre vissuta così. Per la mia esperienza non ha fatto tutta questa differenza, quindi. Certo, quest’anno ci sono tornato in modo diverso, in veste di autore e di cavaliere della grande Ornella Vanoni: mi è piaciuto molto viverla in questo modo, cercando di trarne il lato positivo. È stato emozionante fare da assist a Ornella».
Sembra, infatti, che andiate molto d’accordo.
«Ho avuto il piacere di conoscerla in questo ultimo anno, le ho scritto questa canzone, l’ho incontrata e gliel’ho fatta ascoltare. Al di là della questione artistica, è nato un bel rapporto dal punto di vista umano: è ironica come me, e ci siamo divertiti fin dal primo momento. Spesso ci sentiamo al telefono anche solo per salutarci, per farci due risate. Ho trovato in lei una persona molto dolce che non sempre appare vedendola dall’esterno. Si presenta come una donna libera, senza filtri, quasi cinica, invece è molto di più o, almeno, lo è con me. Mi vedrà come il nipote simpatico».
Lei, invece, ha filtri?
«Tendenzialmente no, ma il modo in cui mi pongo ha sempre a che fare con la positività: mi piace comunicare sempre all’altro qualcosa di bello, cercando di tenere gli aspetti più bui e riflessivi per me. Alla fine siamo in un perenne equilibrio tra il positivo e il negativo, ma ho sempre preferito impegnarmi per regalare un sorriso».
I momenti bui come li affronta?
«Cercando il contatto con la natura. Ho scelto di continuare a vivere in un luogo immerso nel verde proprio per questo, per avere la possibilità di camminare o di prendere la bicicletta nutrendomi di quello che mi circonda. La natura mi porta a riflettere su me stesso e sulla vita: cerco questo tipo di sensazione nella mia dimensione più intima. Quest’anno poi, nella sua difficoltà, ci ha portato a riconsiderare certi valori, a riscoprire il piacere delle cose semplici».
Lei cosa ha riscoperto?
«Il senso della condivisione che diamo sempre un po’ per scontato. Il fatto di non poter incontrare, vedere e abbracciare le persone care l’ho molto rivalutato».
La musica e i concerti, dopotutto, sono condivisione. È ottimista per la ripartenza?
«Sono speranzoso, non vedo l’ora che si possa tornare a fare concerti. Non voglio fare il mistico, ma in questo sono un grande sostenitore della legge dell’astrazione, confidando che l’universo risponda bene. Speriamo il prima possibile di riprendere a vivere le nostre vite appieno».
Lei, poi, grande divoratore di palchi, patirà molto non poterci salire.
«Mi manca, anche se sono stato uno dei pochi che durante la scorsa estate ha sfruttato il fatto che si potessero fare concerti per mille persone opportunamente distanziate: non vedo l’ora di tornare a farli. La vibrazione e l’energia che si avverte convivendo lo spazio con il pubblico è reale, è vera, e non è replicabile in nessun altro modo, neanche sui social. Certe emozioni non possono passare dal web».
4 anni fa stravinceva a Sanremo con Occidentali’s Karma. Oggi il suo karma com’è?
«È buono. Avverto che, se ti poni in modo corretto, propositivo e sano, in un modo o nell’altro qualcosa ti torna indietro. In questo momento sono in pace con me stesso e il mio karma che è sull’onda della serenità».
Mario Manca / Vanity Fair
2021-03-15
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