Francesco Gabbani conclude Civil Week Lab: «La musica è condivisione, torniamo a cantare sui palchi»
Il vincitore di Sanremo ultimo ospite della due giorni dedicata alle persone, alla solidarietà e all’economia sociale. Il nuovo testo dopo il Covid su «ciò che ci unisce nell’ora della sofferenza»
A parlare di gentilezza Francesco Gabbani, che ha concluso la due giorni di eventi in streaming Civil Week Lab, si illumina. Basta la parola e lui arriva con il testo di Bomba pacifista, una delle canzoni del suo ultimo album, Viceversa. «È un tema che ho a cuore. Non per autocitarmi: “La gentilezza è una bomba pacifista”. Per me è una qualità, un modo di approcciarsi agli altri che mi commuove e che porta con sé, sembra un controsenso, una carica potente».
Se ne vede poca in giro oggi?
«Nel luogo comune contemporaneo il vincente è quello aggressivo e arrivista. Rivaluto la gentilezza che, come il sorriso, spiazza. La trovo in cose semplici, anche nel gesto di un cameriere, ma mi emoziona soprattutto quando viene da chi è più debole».
La musica è stata gentile in questi mesi di lockdown. Ha tenuto compagnia al pubblico con le dirette via Instagram, la versione benefica di «Il cielo è sempre più blu» a favore della Croce Rossa...
«Sono felice e orgoglioso di aver partecipato a tutte queste iniziative. È nel dna della musica da decenni. E con le piattaforme social abbiamo guadagnato in immediatezza: basta mettersi davanti al telefono con voce e chitarra. Questo slancio repentino nel mettere a disposizione quello che facciamo mi è sembrato spontaneo. E ancora prima dell’idea di monetizzare per beneficenza mi sembra che tutto sia partito dalla voglia di dare supporto, tenere compagnia, raccontare un vissuto. Per quanto riguarda il donare in soldoni non mi piace spiattellarlo».
Qualcuno lo ha fatto?
«Senza fare nomi, purtroppo c’è che si è fatto pubblicità con la beneficenza».
Cosa sta facendo in questa fase di riacquistata libertà?
«Mi muovo soprattutto per fare sport e stare a contatto con la natura. Vivo immerso nel verde dei colli di Luni. Appena posso mi metto in cammino, ma non sono certo il Messner delle Apuane... La socializzazione con gli amici è limitata. Sono finalmente andato a trovare mia mamma: vive a 4-5 chilometri da casa mia ma di mezzo c’è il confine Liguria-Toscana che ci ha tenuto separati fino all’ultimo sblocco».
Ha appena pubblicato un nuovo singolo, «Il sudore ci appiccica», titolo che non rispetta le norme sul distanziamento...
«La canzone aveva l’intenzione di sottolineare come questo elemento ci accomuni e ci unisca nel divertimento e nella condivisione, nel ballare, nel fare l’amore... Però ha ancora un suo valore perché nel significato c’è anche il senso della fatica e della sofferenza che ci uniscono nel momento del bisogno. Vado avanti con il percorso di un album pur sapendo che la sua vita è circoscritta. Un po’ di rammarico c’è, con la consapevolezza che c’è chi ha vissuto problemi più seri».
La sua quarantena?
«Il lockdown è arrivato mentre ero in giro per il tour instore e i firmacopie. Sono saltati gli ultimi due appuntamenti e sono passato dalla dimensione frenetica dell’incontrare 5-600 persone al giorno e condividere con loro emozioni, al vivere l’ambiente casalingo. All’inizio è stato uno choc, poi ho cercato di rivalutare la situazione come occasione per fare quello che non facevo normalmente».
Cosa ha fatto?
«Mi sono sporcato le mani. Ho trovato spazio allo studio di registrazione casalingo che prima invadeva il salotto. Ho ripreso la passione per la lavorazione del legno e lo studio di registrazione l’ho fatto io con tavole e seghetto alternativo».
Il lockdown è stato di ispirazione con la musica?
«Guardo avanti e immagino quello che verrà dopo. Questo momento che abbiamo vissuto suggerirà qualcosa. Vivo le situazioni e le rielaboro in seguito. So che non sarà qualcosa di dark che non mi è vicino ma piuttosto qualcosa che avrà a che fare con il concetto di “rinascimento”. So anche che arriverà presto, ci vorrà meno di tempo di quanto è passato fra Magellano e Viceversa. Ma nulla ha ancora preso forma».
Non aveva concerti in agenda per l’estate. La musica dal vivo si è quasi fermata, ma qualche suo collega ha detto che piuttosto che non fare show pensa a farne di più piccoli rispettando il limite delle mille persone...
«Avrei un concerto l’8 settembre all’Arena di Verona. Non c’è ancora niente di ufficiale, ma mi sembra impossibile poterlo fare come lo avevamo pensato. L’idea dei concerti più piccoli mi attira ma proprio perché non avevo un tour previsto non ho ancora organizzato nulla».
Andrea Laffranchi / Corriere della Sera
2020.06.12. 18:35
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